Secondo l’antica ruota dell’anno il periodo del Solstizio d’Inverno (Yule) termina con l’arrivo di Imbolc (31 gennaio- 2 febbraio, Candelora per i cristiani).
È importante celebrare questa festività attraverso il rituale che potete trovare nel mio libro “Il potere della cerchia” edito OM edizioni, a cui vi rimando. In questo articolo voglio darvi alcune informazioni in più sui giorni di Imbolc; sul suo significato sia storico che psicologico.
Toni Wolff, prima paziente poi collega di C.G. Jung, nel suo lavoro “Structural forms of the feminine psyche” intuisce che la donna ha in sé quattro principali archetipi: la Madre, l’Amazzone, l’Amante e la Medial Woman. La sua idea innovativa fu presentata a Zurigo nel 1934 e meglio sviluppata nel 1948 eppure, in molti l’hanno accusata di aver copiato l’idea da un seminario di Jung del 1927. La sua biografia dimostra, in modo molto efficace, che l’idea fu solamente sua e di nessun altro! Andrò più in dettaglio su questi archetipi nel prossimo articolo che pubblicherò a fine mese, ora lasciatemi spiegare come per me Toni si collega a Imbolc.
Tra tutti gli archetipi la Medial Woman è quella parte di noi che “sa perché sa” e che, come dice Clarissa Pinkola Estès, è tra il giorno e la notte, tra ciò che si vede e il nascosto. L’intuito, la capacità di rinnovarsi, la capacità di essere unica e trina (e quadrupla anche) permette alla Medial Woman in ognuna di noi di poter parlare per la nostra anima, portare avanti i propri desideri del cuore, connettersi a sé stessa ma anche al mondo perché la principale caratteristica della Medial Woman è quella di essere del mondo (mondana) e dello spirito (mediale). Questa caratteristica unica è rappresentata da tutte le Dee dette della soglia ovvero le Dee che, anticamente, collegavano il regno dei morti a quello dei vivi; accompagnavano i morti nell’aldilà e, allo stesso modo, aiutavano i bambini a venire in questo mondo. Laima la bianca, Morrigan, Artemide, Diana e naturalmente l’irlandese Brigit.
Nei giorni di Imbolc in Irlanda si festeggia, ancora oggi, la Dea Brigit la quale è considerata madre, levatrice, guaritrice e portatrice di fortuna e protezione. Il fiore a lei collegato è il tarassaco che si pensava facesse bene agli agnellini appena nati e li facesse crescere forti.
Nei giorni di Imbolc era usanza sfornare dolci e pane, costruire piccole croci in giunco o paglia (la croce di Brigit appunto) come simbolo del legame della Dea con i quattro elementi e con i quattro archetipi della donna. Si usava collegare a Brigit anche un ciottolo, una conchiglia, un fiore (che voi potrete mettere sul vostro altare in questi giorni).
Brigit, in veste di Dea della soglia, è protettrice dell’acqua (collegata a pozzi e fontane sacre e miracolose da ricondurre ad un successivo culto della Vergine Maria). Una usanza sempre irlandese è quella di lasciare lembi dei propri abiti o nastri oppure pezzi di grembiuli da lavoro in natura in dono a Brigit con la doppia funzione di ex voto alla Dea/Santa e anche con effetto apotropaico; lasciare un lembo di abito significa alleggerirsi dei pesi dell’anima e rinascere a nuovo.
Al mattino del 1° febbraio il pezzo di tessuto veniva riportato in casa, ritagliato in piccoli pezzi e suddiviso tra tutti gli abitanti come porta fortuna da conservare e portare con sé. La Santa veniva allora invocata per ben tre volte a protezione di casa e abitanti.
Si narra che la Dea Brigit fosse nata all’alba, sulla soglia tra regno dei vivi e dei defunti, alla sua venuta al mondo fu marchiata in fronte con un segno di fiamma rosso simbolo di vitalità, sangue che scorre nelle vene e forza creatrice. Mi chiedo che la Rowling abbia preso da qui l’ispirazione per la cicatrice di Harry Potter, chissà!
Simbolicamente i giorni di Imbolc sono una nostra nuova rinascita, una possibilità di rinnovarci ma anche di attingere alla benedizione e alla vitalità che Brigit porta nelle nostre case e ai nostri cari. È una celebrazione della nostra natura quadruplice, del contatto che noi donne abbiamo con la natura (rappresentata dai quattro elementi) e con le varie parti di noi.
Successivamente Brigida fu fatta santa o meglio la Dea Brigit è stata integrata nella Santa Brigida d’Irlanda che si festeggia il 1° febbraio appunto e che è la Santa più venerata in Irlanda insieme a S. Patrizio. La festività di Candelora (2 febbraio), che “stranamente” coincide con Imbolc, simboleggiava inizialmente la festa della “Purificazione della Vergine Maria” poi diventata la festa della presentazione di Gesù al tempio.
Nella contea di Louth e di Kildare la Santa ha molti devoti ancora oggi e, guarda caso, sono le aree più dense di cerchi di pietre e tombe megalitiche. È in questa zona che potete vedere la famosa pietra di Brigit e la cattedrale dedicata alla Santa di Kildare.
Fonti:
Il linguaggio della Dea di M. Gimbutas
The living Goddesses di M. Gimbutas
Toni Wolff’ structural forms of the feminine psyche di P. Vermeesch PhD

Pozzo di Santa Brigida in Irlanda, foto presa dal web.