La relazione tra donne e denaro: dove ci perdiamo e come possiamo migliorare?

Da sempre le donne hanno saputo cacciare, procacciarsi cibo e sicurezza, sollevare pesi importanti e costruire, insomma fare anche lavori maschili.

Poi è arrivato il ‘700, e poi l’’800 e con esso l’idea della donna trofeo, emaciata, magra, esile, dipendente ed incapace di sostentarsi sola. La donna trofeo era un perfetto status symbol per l’uomo medio borghese che poteva “permettersi” una donna non autonoma e “a carico”. Non è un mistero che quelli furono secoli orrendi per l’emancipazione femminile; poca autonomia, vestiti costretti e corsetti che chiudevano il respiro e la vitalità.

Se prima dell’arrivo dei Kurgan in Europa la donna era proprietaria terriera ed amministrava i propri averi, nei secoli bui la donna diventa solo addetta al focolare e alle attività domestiche, educata solo per ciò che serve ad allietare il maschile e ad accudire casa (un po’ come nell’America degli anni ’50 insomma). Gli anni ’80 hanno emancipato il femminile ma per imitazione maschile, bene ma non benissimo…

Ancora oggi la donna non pensa alla sua autonomia come principio di base, ma mette davanti a tutto famiglia, amori, figli, ecc. e, nel tempo che rimane (cioè poco), pensa alla sua indipendenza economica e alla realizzazione. Spesso la donna ha meno disponibilità economica del compagno e meno tempo per crearne. Questa situazione è terreno fertile per la crescita di modelli patriarcali di illusoria emancipazione, come i modelli di vendita piramidale e annessi. Sono molte le aziende che usano la scarsità economica femminile per fare investire alle donne promettendo incassi generosi, che poi tardano ad arrivare. È uno specchietto per allodole che sulle donne, spesso affannate, affaticate e più povere dei loro compagni, funge da richiamo per un futuro migliore.

Se siete riuscite ad arricchirvi con schemi piramidali non c’è giudizio in questo, ma va detto che non sono quasi mai davvero amici delle donne. Io credo molto di più nella seguente equazione:

1) Ho un sogno e lo progetto bene, lo nutro e lo curo, uso intenzione+ amore+ armonia+ concentrazione+ immaginazione e lo tengo nel mio cuore, credendoci davvero, e credendo in me stessa. Se è frutto del mio lavoro e della mia creatività troverà la via per nascere.

2) Ne parlo alle altre donne, immagino come sarà, gli do vita dopo averlo pensato tanto.

3) Agisco per portarlo nel mondo. Se tutto è ben pensato i soldi arrivano, le strade si aprono. Non cadete nel vecchio schema in cui, prima ancora di ricevere, devo ancora dare per meritare (spendere o mettere soldi, oppure acquistare prodotti che poi rimangono sul groppone). Nutrite il dentro e poi arriva anche da fuori.

4) Se il progetto richiede un forte sforzo economico rivolgetevi a professionisti, non cadete in tranelli. Concedete a voi stesse la possibilità di comportarvi come imprenditrici, chiedete finanziamenti o fondi ben visibili e chiari, oppure trovate un/una socio/a.

5) Date energia ai vostri progetti per primi, non pensate che per fare funzionare quelli prima dovete dare energia a progetti di altri, che poi vi torna ed è il vostro turno… cominciate a pensare subito a voi, è oggi il vostro turno! Non cito le aziende che sfruttano questi sistemi perché rischio la querela ma avete capito tutte credo! Dai barattoli, ai detersivi, ai trucchi, a noti prodotti per dimagrire, a petali e annessi.

6) Bilanciate l’energia data a progetti altrui, a figli, a compagni e cominciate a dedicare tempo ed energia ai vostri, tutto andrà nel modo giusto! Non perdetevi per strada se potete, non fatevi prosciugare che in questo noi donne siamo maestre!

7) Credete in voi stesse è così che gli altri crederanno in voi.

8) Ricordo che il sistema di vendite piramidale è illegale in Italia cito testualmente da fonte consumatori.it: In Italia i sistemi piramidali sono vietati dalla legge n. 173 del 2005. Questa normativa vieta le operazioni, le strutture e le organizzazioni di vendita finalizzate al reclutamento di persone a cui si vende una posizione all’interno della struttura stessa con la prospettiva di guadagni futuri e ipotetici e con l’incarico di reclutare altre persone. Per chi organizza queste attività sono previsti l’arresto da sei mesi a un anno o un’ammenda da 100mila a 600mila euro. Nel 2012 la sentenza n. 37049 della Corte di Cassazione ha allargato l’attuazione della legge anche a questo tipo di pratiche effettuate su Internet.

Ho scritto questo post non per giudicare, nessuno si senta presa in mezzo, voglio però mettere in guardia su schemi vecchi più di me, mascherati da ideone nuove e femministe.

Le donne hanno bisogno di persone che le sostengano, non che le sfruttino con false promesse.

Se siete state prese nella rete non vergognatevi, liberatevi!

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